E' già martedì. Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno Di Luciano Ragno Quell'urlo. Quell'urlo della sirena nella notte : tiene sveglio chi vorrebbe dormire. Cupo, lacerante, minaccioso. Insieme alla fuga nel rifugio. L'angoscia nel silenzio: ora che succederà ? I Paesi in pace l'avevano dimenticato. Era solo nella memoria dei vecchi. Quell'urlo è tornato in pochi anni. Prima in Ucraina, poi nella Striscia di Gaza e in Israele, ora anche in Iran. Sempre il cupo, lacerante, minaccioso urlo della stessa sirena tirata fuori dai magazzini. L'identica angoscia. Non è cambiato nulla. E' cambiato il cielo. Un tempo era buio , non si vedevano gli aerei, si ascoltava solo il loro rumore sordo. Ora è illuminato da squarci, senza sosta, di bagliori che trasportano morte e dolore. Bagliori sempre più sofisticati. Basterebbe uno solo per dar da mangiare a migliaia di persone affamate per anni. La sete di potere, mai spenta dell'uomo, aveva cancellato per decenni quel rumore sordo degli aerei dando una lezione di umanità. Sembrava un gesto di umiltà. Era solo attesa. Quella sete voleva solo prendere tempo per cambiare il cielo che copre gli spettatori . Inondandolo di sofistica luci, più micidiali. Gli stessi innocenti spettatori costretti pagare il biglietto di uno spettacolo che non vorrebbero vedere. Ma la sete di potere ama le repliche.
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