4 ore fa
2 giorni fa
Commemorare una vittima è un dovere. Strumentalizzarla, no. Sergio Ravelli fu ucciso barbaramente il 29 aprile di 50 anni fa, in un periodo segnato da una violenza politica diffusa, folle e contrapposta. Nessuno, oggi, può o deve mettere in discussione il diritto — anzi, il dovere — di ricordare la sua morte. Ma un conto è commemorare un ragazzo vittima dell'odio. Un altro è trasformare quel ricordo in un raduno identitario che richiama, nei simboli, nei gesti e nelle parole, un'epoca buia della nostra storia. Ciò che ieri si è visto non è solo memoria: è ritualità neofascista, è mitologia dell'estrema destra, è costruzione di gruppo, di identità e — quel che è peggio — di potere. C'erano oltre duemila persone. Non quattro nostalgici. Non pochi disadattati. Ma una massa critica, ben organizzata, che sa radicarsi, fare proselitismo e, soprattutto, infiltrarsi nelle istituzioni. E qui sta il vero pericolo. Non nel ricordo, ma nella sua trasformazione in leva politica. Perché quando certi gesti non vengono isolati ma tollerati — o addirittura ammiccati — da chi dovrebbe garantire le regole democratiche, allora il problema non è più la commemorazione. È la connivenza.
6 giorni fa
7 giorni fa
«Francesco l'antipapa», rimosso il capo della giustizia minorile Antonio Pappalardo per le frasi choc dopo la morte di Bergoglio No-vax, contrario alle migrazioni, ai diritti Lgbtq+ e alle politiche dell'Ue, il dirigente è stato sollevato dalla direzione della giustizia minorile di Emilia-Romagna e Marche. La decisione del ministero dopo i suoi post sul ponteficehttps://corrieredibologna....
8 giorni fa
Un povero carabiniere è coinvolto in un grave incidente automobilistico nel quale riporta così tante fratture che all'ospedale sono costretti a fargli un'ingessatura totale. Essendo impossibilitato ad aprire la bocca e a ingerire qualsiasi sostanza, deve essere alimentato esclusivamente per via rettale tramite un tubo. Il giorno del suo compleanno un'infermiera, impietosita dal suo stato, decide di dargli un po' di caffè attraverso il tubo. Mentre lo sta versando il carabiniere prende a urlare: "MMMMMMMHHHHHH... UUUUHHHHH!". L'infermiera si avvicina all'apertura della bocca: "Che c'è? È troppo caldo?". Il carabiniere con un filo di voce tra i denti serrati: "No... lo prendo senza zucchero!". Inviata da gianlu300gg
11 giorni fa