21 ore fa
L'immagine è sgranata, sì. Ma quel gesto è chiarissimo. E quel volto è inconfondibile: è Ignazio La Russa, presidente del Senato della Repubblica. Due giorni fa, a Novate Milanese, mentre un gruppo di cittadini cantava pacificamente “Bella ciao” per protestare contro un monumento dedicato a Sergio Ramelli, lui – seconda carica dello Stato – ha reagito così: mimando con rabbia un “vi faccio un culo così”. Non uno scivolone, non una battuta, non un momento di nervosismo. Ma un riflesso. Il riflesso di chi non sopporta la Resistenza, la sua memoria, i suoi simboli. Di chi è sempre pronto a difendere chi fa il saluto romano, ma perde il controllo davanti a chi canta “Bella ciao”. Ecco in che mani siamo. Non solo una classe dirigente allergica all'antifascismo, ma ostile a chi lo pratica. E pronta a reagire con intimidazioni persino nei momenti pubblici, persino mentre rappresenta le istituzioni repubblicane. In un Paese normale, un gesto così gli costerebbe le dimissioni immediatamente. Qui, invece, resta dov'è. Come se nulla fosse. Come se fosse normale. E invece no: non lo è. E non lo sarà mai.
2 giorni fa
Un altro chiodo, anzi due, nella bara che contiene la libera informazione è stato messo dai più meglio. Lo denuncia, e chi se no, Ranucci. In quella schifezza da peggior regime, illiberale, anticostituzionale e che viola i diritti umani che risponde al nome di decreto (d'urgenza) Sicurezza ci sono un paio di righe niente male. Il primo è l'obbligatorietà della Rai di dare informazioni ai servizi segreti qualora lo richiedano. L'altro punto è una circolare RAI che impone che impone di conservare e rendere tracciabile tutto il girato (così il Presidento vedrà finalmente tutto il girato) ai videomaker che, in più, non potranno usare equipaggiamenti propri ma solo RAI. Io non so se è chiara la gravità, quindi provo a fare degli esempi. Come detto da Ranucci stesso, solo a Report arrivano 120mila segnalazioni l'anno. Ora, mettiamo che qualche segnalazione segnali, scusate l'allitterazione, una qualsiasi mossa losca o criminale di un ministro (tipo, per assurdo, pagare i dipendenti con la cassa integrazione INPS, ma farli lavorare) e che i servizi segreti vogliano sapere chi ha mandato la segnalazione, coperta dal segreto professionale. Chi segnalerebbe più abusi di potere, corruzione, reati vari, sapendo che i loro nomi non sono più anonimi ma nelle mani di chi hanno segnalato? Secondo punto, nel girato dei videomaker ci sono le fonti anonime, ci sono dati sensibili. Ancora, chi più parlerebbe sapendo che i loro diritti non sono più tutelati? Infine, “equipaggiamenti Rai” significa che, per esempio, se io col mio cellulare filmo uno scambio di mazzette con un politico, o se vedo un politico parlare coi servizi segreti di nascosto in autogrill, a parte essere obbligato a dare tutti i miei dati agli stessi servizi segreti, quei video non potrebbero essere trasmessi perché ripresi con “equipaggiamento” non RAi. Siamo nel pieno del regime e continuiamo a mettere chiodi sulla bara delle libertà. Il problema è che la bara è praticamente stata sigillata ormai.
10 giorni fa