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    UeD, Beatrice confessa attacchi di panico: "Ciste nella testa", il racconto


    Natoduevolte
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    • Maschio (Etero)

    Beatrice Valli ha confessato nelle scorse ore di aver sofferto di attacchi di panico. Lo spunto per raccontare la sua esperienza è arrivato grazie a uno dei suoi follower, che si è augurato di riuscire a smettere di soffrire di crisi di panico nel nuovo anno. Così Beatrice ha scritto di capire molto bene di cosa parla perché anche lei ne ha sofferto. Evidentemente in tanti le hanno chiesto di raccontare la sua esperienza, così lei ha deciso di farlo. E ha raccontato tutto nei minimi dettagli. La prima volta che le è successo era piccola, era in seconda media ed era a scuola quando ha iniziato ad avvertire un forte mal di testa. Così è andata in bagno e ha iniziato a non respirare più bene, era spaventata e tremava tutta.

    I professori la trovarono e la fecero sdraiare a terra, poi è svenuta e si è risvegliata in ospedale. Durante il ricovero, di circa due o tre giorni, i medici non trovarono nulla che non andasse negli esami e quindi Beatrice tornò a casa non sapendo cosa le fosse successo. Dopo qualche mese però le è successo di nuovo. Stavolta era a casa da sola e appena ha iniziato a non sentirsi bene ha chiamato subito sua mamma. Visto che si trattava di una ricaduta, in questa occasione il ricovero durò ben quindici giorni e furono fatti esami più approfonditi. Qui Beatrice ha fatto una ulteriore confessione:

    “Dopo diversi esami trovarono un piccolo problema che alla nascita non erano riusciti a vedere. Mi trovarono una ciste di due centimetri all’interno della parte destra della testa, non operabile e per di più in mezzo ci passa un capillare e sarebbe stato pericoloso anche solo prendere una botta alla testa o una caduta”.

    Pare che questo non abbia molto a che fare con gli attacchi di panico, però comunque Beatrice da quella scoperta si sottopone a una risonanza con liquido a contrasto ogni due anni per capire che la ciste si sposta o si modifica. Inoltre deve evitare di battere la testa e di cadere. Dopo questa rivelazione, ha continuato a parlare dei suoi attacchi di panico. Al termine del secondo ricovero le fu spiegato che erano attacchi di panico, quindi finalmente aveva una spiegazione a questi momenti di malessere. Ne ha continuato a soffrire, però:

    “Questi brutti momenti li passavo spesso a distanza di pochi mesi, più volte l’anno e per di più da non riuscire a controllare ciò che mia accadeva. Mi faceva sentire tanto debole e insicura di me stessa. Cercai pian pianino di lavorare su me stessa”.

    Beatrice ha quindi iniziato a concentrarsi su cosa volesse davvero e sulle cose che la facevano stare bene. Dopo un po’ di tempo ha iniziato a capire quando stava per arrivare un attacco di panico e ha imparato a controllare il suo corpo. Un’esperienza che ha influito sul suo carattere, ha spiegato, perché ha man mano capito cosa volesse dalla vita e ad avere controllo di sé stessa. Quindi Beatrice ha aggiunto che non soffre da tre anni di attacchi di panico e ha consigliato a chi ne soffre di chiedere aiuto, senza sensi di colpa.

    A questo punto Beatrice ha parlato anche del periodo non facile che ha passato due anni fa, quando è stata ricoverata per una settimana. Anche in quel caso il suo corpo le ha lanciato dei segnali per farle capire che qualcosa non andava, che stava spingendo troppo. Un anno dopo le è capitata la stessa cosa. I medici le dissero di rimanere in osservazione almeno un giorno, ma lei non contenta ha voluto sbatterci ancora la testa:

    “Io mai contenta e invincibile (nessuno lo è e nemmeno io lo ero) mi alzai per andare a prendere l’acqua alle macchinette… Dopo due secondi il medico mi venne a chiamare (perché non avrei potuto alzarmi). Vidi a malapena il suo viso e caddi a terra. Svenuta”.

    Però stavolta Beatrice sapeva che l’unica cosa in grado di darle la forza di reagire e riprendersi erano i suoi figli. Così fece in modo di non essere ricoverata e di tornare a casa. Così fece e dopo tre giorni si è ripresa. Tutti questi eventi hanno portato Beatrice a trarre delle conclusioni molto importanti:

    “Nessuno è invincibile, nessuno è perfetto. I problemi esistono, ci sono e vanno risolti. Ogni vita non è perfetta, la vita è bella sempre anche imperfetta, tutte noi non siamo mamme modello ed è normale sentirsi in colpa di qualcosa in cui si può sbagliare. Siamo umane e come tali sbagliamo, non siamo donne perfette ma sappiamo quello che vogliamo e cerchiamo, basta solo aspettare il momento giusto. La felicità la possiamo trovare solo in noi stessi”.

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